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Carnevale di Bosa

01/02/2018

Il 17 gennaio, dalle ceneri del Falò di Sant’Antonio, risorge lo spirito errante nei secoli, abitatore (neppure tanto segreto), della loro anima, del Carnevale dei Bosani. È questa la festa che divide il tempo nella Città di pietre ed acqua: dove le cose avvengono, gli impegni si assumono, il transito dei giorni si definisce in “prima o dopo Carnevale”.
Non ci sono maschere che sfilano, come a Viareggio od a Tempio, fra due ali di folla: v’è, piuttosto, una confusa allegria di vivere, rappresentata dalle allegorie sessuali e manifesta in un canovaccio teatrale dove l’improvvisazione regge la scena ed il visitatore che vi assiste è parte altrettanto fondamentale della drammatizzazione.
Questo legame fra i Bosani ed il loro Carnevale esprime l’appartenenza all’idea stessa di Bosanità: ovvero, ad una tipica filosofia dell’effimero, apparentemente gioiosa - ma, in realtà, quasi malinconica – consapevole della brevità dell’umana esperienza e, perciò, quasi intrisa del  gusto dei sapori delle sue gioie transitorie. (A.Naitana)

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